L'ANALISI
12 Novembre 2020 - 08:27
CHIEVE (12 novembre 2020) - Attraverso il suo avvocato ha chiesto alla Corte d’Appello di Brescia di rinviare l’udienza per «legittimo impedimento» a presenziare. Ossia, il sospetto di essere positivo al Covid e il tampone programmato ieri, giorno dell’udienza. Rinvio accordato al 16 dicembre prossimo per Antonio Silvani, 59 anni, l’imprenditore di Chieve che ha fatto una fortuna con porte e serramenti, ricorso in appello contro la sentenza di condanna a 5 anni e 3 mesi di reclusione per estorsione, tentata e consumata, ai danni di otto clienti e per reati tributari. Sentenza emessa il 21 febbraio del 2018 al termine del processo con il rito abbreviato dal gup di Cremona che lo aveva inoltre condannato a risarcire le vittime (parti civili) con provvisionali da 1.800 a diecimila euro.
In particolare, per l’accusa, Silvani avrebbe venduto serramenti a clienti e aziende private, pretendendo il pagamento in contanti. Poi sarebbe ritornato alla carica, chiedendo nuovamente i soldi già versati. Soldi non tracciati. E se i clienti non pagavano, lui li trascinava davanti al giudice che emetteva i decreti ingiuntivi. Incassato il decreto ingiuntivo, ai clienti poteva pignorare i beni personali. C’è chi si è visto pignorare la pensione o i quadri di famiglia.
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