L'ANALISI
02 Novembre 2020 - 10:41
La ressa che si è creata sotto il tendone dove vengono ospitate le persone in attesa di sottoporsi a tampone
CREMA (2 novembre 2020) - «Forse, io e mio figlio siamo stati contagiati per una evidente incapacità di gestione di cui Azienda tutela della salute Val Padana, Azienda socio sanitaria territoriale e sindaco Stefania Bonaldi devono rendere conto ai cittadini. Non escludo di dare un corso legale alla cosa». A denunciare un nuovo assembramento – dopo quanto avvenuto lunedì scorso – al punto tamponi dell’ospedale Maggiore è il consigliere comunale della lista La Sinistra Emanuele Coti Zelati. Ha scritto una lettera ai vertici di Ats, Asst e al primo cittadino. Una presa di posizione durissima, da cui emergono le angosce di un padre – sabato aveva accompagnato il primogenito, che doveva sottoporsi al test – unite alle preoccupazioni di un amministratore pubblico. «Mio figlio ha terminato il periodo di dieci giorni di quarantena, osservato dopo che un suo docente è risultato positivo – esordisce la lettera di Coti Zelati –: ci siamo recati ad effettuare il tampone affinché possa essere riammesso a scuola e alla vita di comunità. Segnalo subito che l’unica comunicazione è stata quella della scuola mentre Ats, che avrebbe dovuto contattarci, è stata completamente silente e, probabilmente, incosciente del caso. Lo scenario che ci si è palesato è stato il seguente: un tendone con una capienza massima di trenta persone (così come dichiarato all’ingresso dello stesso) stipato da almeno una settantina di utenti in attesa, una cinquantina di persone aspettavano all’esterno, praticamente in mezzo alla strada. Nessun tipo di indicazione su quale fosse l’iter da seguire (solo il passaparola) e un distributore di numeri per la coda, tipo supermercato. Pochi operatori oberati di lavoro e di compiti, una confusione totale e, conseguentemente, una grave insicurezza». Presenti, ovviamente, anche diversi positivi al virus, che dovevano sottoporsi al secondo test.
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