CALCIO
01 Ottobre 2020 - 06:49
CREMA (1 ottobre 2020) - L’appuntamento è fissato per le 9 di questa mattina di fronte alla palazzina di via Porto Franco nella quale, all’alba del giorno di Ferragosto, Sabrina Beccalli è morta. E il fatto che la 39enne non sia più in vita, per il momento, è l’unico punto fermo. Il come sia avvenuto, i periti dell’accusa ma anche delle parti, vale a dire la famiglia dell’operaia e il difensore dell’unico indagato per la vicenda, quell’Alessandro Pasini in carcere da poco più di un mese, sperano di scoprirlo proprio tra quelle stanze. Perché la Procura della Repubblica di Cremona, che ha scelto come esperta l’anatomopatologa milanese Cristina Cattaneo, indaga per omicidio e distruzione di cadavere. E in particolare, ipotizzando un delitto innescato da una avance sessuale respinta. L’impiegato cremasco, con vecchi precedenti per droga e rapina e difeso d’avvocato Paolo Sperolini, sostiene d’aver trovato il cadavere dell’amica solo al risveglio, quel 15 agosto, dopo aver trascorso con lei l’ultima parte della nottata. Giustificando le macchie di sangue col fatto che il corpo fosse riverso in bagno, col viso tumefatto, a suo avviso a causa della caduta dovuta al malore fatale. Ma i carabinieri in camice bianco di tracce ematiche ne hanno trovate sì nella toilette, ma soprattutto — come detto — nelle parti comuni del palazzo, che portano all’uscita. Lui, il 45enne che ha confessato d’essere stato preso dal panico e d’aver cercato di cancellare le tracce, spiega quel sangue, almeno nella versione affidata al suo difensore attraverso una sorta di memoriale, con la difficoltà a trasportare da solo il cadavere, che avrebbe quindi sbattuto contro i gradini.
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