L'ANALISI
29 Settembre 2020 - 07:17
CREMA (29 settembre 2020) - Regna l’immobilismo: il raddoppio del ponte della Paullese sul fiume Adda a Spino è ancora impantanato al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Manca il parere sull’opera, vincolante per la Provincia per poter dare il via alla gara d’appalto da 18 milioni di euro e realizzare così le nuove arcate a fianco delle attuali. «Siamo in questa situazione praticamente da inizio anno — tuona il vicesindaco di Spino Enzo Galbiati, che da sempre segue l’iter del raddoppio —: capisco il lockdown, capisco tutto, ma è inaccettabile, soprattutto se consideriamo che si tratta di un’opera già finanziata, per la quale esiste un progetto, realizzato ormai sei anni fa dalla Provincia. Da parte nostra, come Comune, abbiamo già inserito le modifiche viabilistiche conseguenti al raddoppio del ponte nella variante al Piano di governo del territorio ormai in dirittura. L’estensore, l’architetto cremasco Camillo Cugini, sta rispondendo alle osservazioni che sono arrivate nelle scorse settimane. Inoltre, stiamo ancora aspettando la conferenza dei servizi con la Provincia, per presentare le nostre osservazioni sulle strade di ingresso a Spino». Il presidente della Provincia, Mirko Signoroni, conferma le lungaggini: «Lo scorso giugno, abbiamo presentato tutte le integrazioni richieste dal ministero dell’Ambiente. Siamo in attesa del parere finale di ottemperanza alle prescrizioni Cipe, che deve emettere il dicastero. Poi lo stesso comitato interministerale dovrà convocare la conferenza di servizi per approvare il progetto definitivo. Infine, potremo partire con l’appalto integrato».
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