L'ANALISI
06 Settembre 2020 - 08:48
Sabrina Beccalli e il frame del transito della sua auto a Vergonzana nel pomeriggio di Ferragosto
CREMA (6 settembre 2020) - «Pronunciarsi adesso sarebbe un salto nel vuoto. Allo stato attuale, non ho ragioni di dubitare dell’opinione di due veterinari. E Comunque, già martedì sapremo di che tipo di ossa si tratti, attraverso le operazioni peritali. Ogni circostanza, si badi bene, va valutata alla luce di elementi oggettivi...». Non ricorre agli eufemismi, ma neppure si sbilancia il generale in congedo Luciano Garofano. L’ex alto ufficiale del Ris, consulente tecnico in molti dei gialli più intricati degli ultimi anni e ieri in città per una prima ricognizione dei luoghi chiave del delitto di Ferragosto, ha accettato formalmente l’incarico affidatogli dall’avvocato Antonio Andronico, il legale che assiste la famiglia di Sabrina Beccalli. Ossia l’operaia cremasca di 39 anni, madre di un ragazzo di 15 (Omar), scomparsa nel nulla 20 giorni fa e la cui Panda è stata trovata la sera successiva incendiata, in un sentiero alle porte di Vergonzana. All’interno, quelli che Alessandro Pasini, l’impiegato 45enne finito in carcere con l’accusa d’aver assassinato l’amica distruggendone il cadavere, sostiene essere i resti della donna; ma che i responsi di due veterinari hanno attribuiti a un cane. L’impiegato incastrato da una telecamera, che l’ha immortalato alla guida dell’utilitaria poco distante dal punto in cui verrà appiccato il fuoco, di fronte al giudice per le indagini preliminari Giulia Masci, all’indomani del fermo aveva parlato di un’overdose fatale a Sabrina, che frequentava da tempo. E del suo tentativo di cancellarne le tracce in preda al panico, anche se le accortezze adottate nel dar fuoco alla vecchia Fiat farebbero piuttosto propendere per lucidità e determinazione. «Ogni dichiarazione va verificata alla luce degli elementi emersi», si è limitato a commentare il consulente dei Beccalli, che dopo averli incontrati ha ripercorso passo passo il tragitto compiuto dalla Panda tra Castelnuovo e Vergonzana. Perchè Pasini aveva raccontato al Gip d’aver trascorso con Sabrina l’ultima parte della notte a cavallo tra il 14 e 15 agosto, consumando «eroina e cocaina» nella casa di via Porto Franco dell’ex convivente. E da quello stabile, in un sabato di settembre ancora afoso, è iniziato il viaggio del generale in un mistero che si snoda nell’arco di meno di due chilometri.
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