L'ANALISI
25 Agosto 2020 - 08:00
Sabrina Beccalli
CREMA (25 agosto 2020) - Omicidio, distruzione di cadavere e, ora, crollo di costruzioni. È questa la terza ipotesi d’accusa che il procuratore, Roberto Pellicano, contesta ad Alessandro Pasini, in carcere per la morte di Sabrina Beccalli, il cui corpo non è ancora stato trovato. Gli investigatori continuano a cercarlo, «nei campi di mais, in ogni posto», spiega il procuratore. L’autopsia certo darebbe risposte su come sia stata uccisa la donna, ma anche se il cadavere non si trovasse, «sul piano probatorio», gli indizi nei confronti di Pasini «sono forti e già molto solidi», evidenzia Pellicano. Lo si continua a cercare, il corpo, soprattutto per restituirlo ai familiari.
Nella notte tra il 14 e il 15 agosto, Pasini ha tagliato il tubo del gas della caldaia per saturare gli ambienti dell’appartamento in via Porto Franco con l’intenzione di far crollare la palazzina e, così, cancellare le tracce. Da qui, gli è stato contestato il crollo di costruzioni. Si farà anche un accertamento tecnico sul tubo per valutare se chi vi abita abbia rischiato di morire.
Nell’ordinanza, il gip parla di «spregiudicatezza e lucidità dimostrata nel cagionare dapprima la morte della Beccalli e nell’aver poi lucidamente pianificato una efficiente distruzione delle prove del reato». E di «negativa personalità». Pasini ha numerosi precedenti, dalla rapina alla resistenza, «che denotano un’indole violenta».
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