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SPINO D'ADDA

Una scia di rifiuti dopo il rave delle polemiche

Una catasta di sacchi zeppi di immondizia nell’appezzamento dove si è tenuta la festa abusiva

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

19 Agosto 2020 - 08:27

Una scia di rifiuti dopo il rave delle polemiche

SPINO D'ADDA (19 agosto 2020) - Rifiuti rimossi, denunce in arrivo. Un camion di Linea Gestioni ha provveduto ieri a rimuovere la montagna di sacchi di immondizia, frutto del rave party che da venerdì a lunedì si è tenuto nella zona fra il fiume Adda e la cascina Ca’ Nova e che ha visto la partecipazione di circa 1.500 giovani provenienti da svariati Paesi europei. Nel frattempo, potrebbero scattare le denunce per gli organizzatori. «Stiamo elaborando i dati raccolti – ha dichiarato Zelica Ferrauto, dirigente della squadra mobile di Cremona – e verosimilmente tra qualche giorno verranno presi dei provvedimenti». Nll’attesa, l’area è stata ripuilita. «Una volta terminato il rave – spiega il vice sindaco Enzo Galbiati – i ragazzi hanno raccolto quasi tutti i rifiuti prodotti e li hanno messi nei sacchi, accatastandoli in mezzo al campo. Linea Gestioni ha mandato un ragno meccanico e un camion per portarli alla discarica». Il grosso del lavoro di pulizia è stato fatto, ma ci sarà ancora da rimboccarsi le maniche. «Come Comune – prosegue l’amministratore – ci occuperemo di ripulire i parcheggi e i lati delle strade, dove è stato abbandonato di tutto. Il Parco Adda Sud si preoccuperà invece di rimettere i lucchetti alle sbarre che impediscono l’accesso all’area protetta, che sono stati fatti saltare». Nelle operazioni di pulizia è stata compresa anche al zona che si trova sulle rive del fiume. «Sotto il ponte dell’Adda – prosegue Galbiati – abbiamo raccolto un camioncino di immondizia. In questo caso, i ragazzi del rave party non centrano; la colpa dell’abbandono è dei turisti della domenica, delle persone che trascorrono il week-end sulle spiagge dell’Adda e poi abbandonano i resti del pic nic». Intanto, non si placano le polemiche per questa manifestazione non autorizzata in piena emergenza sanitaria, dove il rischio di contagio è stato elevato. 

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