L'ANALISI
05 Agosto 2020 - 19:52
CREMA (6 agosto 2020) - Strattonamenti e schiaffi alla moglie, in mezzo alla strada, a pochi metri da un locale di via Carlo Urbino, in cui alcuni cremaschi stanno bevendo un aperitivo. Tra loro, l’avvocato e volto della Rete Con-Tatto contro la violenza sulle donne Cecilia Gipponi, che non ha esitato nell’intervenire in aiuto della donna. E' accaduto martedì sera, intorno alle 19 ed «è stato davvero sconvolgente — racconta Gipponi —: guardando per caso fuori dal locale, mi sono accorta della scena. Un uomo stava strattonando la ragazza che lo accompagnava. Poi, le ha dato uno schiaffo. D’istinto mi sono alzata e sono andata sulla porta, urlandogli di smetterla. La cosa che più mi ha colpito è stata la sua reazione. Di stupore, in primis. E poi con quella frase, ‘ma è mia moglie’, che per lui era la naturale giustificazione al comportamento, come se gli fosse concesso».
La testimone del fatto continua a raccontare, ancora incredula e spaventata, l’evoluzione dell’episodio: «Il ragazzo si è messo a urlare, mentre la moglie piangeva e guardava verso di me. L’ho invitata a raggiungermi, a trovare rifugio all’interno del locale, mettendomi poi sulla porta d’ingresso. E così ha fatto, mentre ancora lui inveiva contro di me, solo a parole fortunatamente, ma urlando che la moglie avrebbe dovuto uscire e tornare a casa con lui. Nel frattempo, due uomini presenti nel locale si sono affiancati a me, sulla porta».
Gipponi ha anche immediatamente chiamato il numero d’emergenza 112, per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. E ha scoperto di non essere stata la sola, perché sul posto è arrivato anche un altro giovane, in bici, che pochi minuti prima (da un’altra angolazione della via) «aveva già visto l’uomo sferrare anche dei pugni alla moglie».
L’uomo poi si è calmato ed è riuscito a raggiungere la moglie all’interno: «Non sappiamo esattamente cosa si siano detti, non siamo riusciti a distinguere la lingua in cui parlavano. Ma, dopo qualche esitazione, la moglie lo ha seguito». La coppia è riuscita quindi ad andarsene, prima dell’arrivo dei carabinieri, ma «siamo riusciti a prendere la targa dell’auto — spiega Gipponi — che abbiamo comunicato e segnalato, in modo che vengano fatti i controlli e gli accertamenti del caso».
Gipponi tiene a precisare: «Non si è trattato di una lite, ma di una vera e propria aggressione».
E, infine, lancia ancora una volta l’appello che è solita promuovere anche con Rete Con-Tatto: «Importante segnalare e denunciare, sia per le donne che subiscono, sia per chi viene a consocenza di questi fatti».
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