L'ANALISI
05 Agosto 2020 - 09:28
CREMA (5 agosto 2020) - «La città di Crema, i suoi abitanti, non hanno nulla di che vergognarsi. Da voi nostra figlia è stata accolta bene e trattata altrettanto bene». A parlare, da Pizzo Calabro, sono i genitori della 38enne che, sabato, si è tolta la vita dandosi fuoco in un campo adiacente via Milano. Rosanna e Renato, questi i nomi dei genitori di Paola, non si fermano qui. Fanno esplicito riferimento a quanto sarebbe successo in quei momenti, quando alcuni cremaschi invece di cercare di prestare soccorso avrebbero filmato la scena: «Siamo cristiani e li perdoniamo. E abbracciamo la città che ha accolto la nostra Paola». La donna da qualche tempo era ospite in una comunità terapeutica di recupero psichiatrico.
Parole che fanno riflettere e che riportano quanto accaduto ad una dimensione umana. Lontano dalla tempesta mediatica. Parole che in qualche modo chiudono questa triste pagina.
Quantomeno quella legata ai sentimenti, la più importante. Altro discorso quello legato a possibili indagini che la procura della Repubblica di Cremona potrebbe aprire ipotizzando il reato di omissione di soccorso.
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