L'ANALISI
03 Agosto 2020 - 08:01
CREMA (3 agosto 2020) - La rabbia e l’indignazione dei cremaschi di fronte all’indifferenza di chi, invece di aiutare e di chiamare i soccorsi, ha preso lo smartphone e si è messo a filmare una poveretta ormai riversa a terra e avvolta dalle fiamme. Un caso di sciacallaggio che ha scosso l’Italia intera. La donna che si è tolta la vita aveva poco più di 30 anni ed era ospite di una comunità psichiatrica. All’ora di pranzo di sabato si è data fuoco in un terreno agricolo a fianco di via Milano. Molti l’avrebbero ripresa.
«Ci siamo accorti di quanto stava accadendo dopo qualche istante – spiega Valentino Gisana, responsabile del ristorante pizzeria Il Mezzo, che si trova a pochi metri dal luogo della tragedia –: a dare l’allarme sono state persone che entravano per chiedere acqua e un estintore. Filmare una cosa simile è un atto ignobile. Forse qualcuno lo stava facendo, ma quelli che ho visto io stavano chiamando i soccorsi».
«Quando sono arrivata – aggiunge Alessandra Belloli, dipendente del locale – la tragedia si era già consumata. C’erano sul posto le forze dell’ordine e un capannello di gente. Ho notato qualcuno che faceva filmati, ma il corpo della donna era già coperto con un lenzuolo».
L’agghiacciante racconto dell’accaduto è stato reso noto da un uomo, a detta sua l’unico che ha cercato di fare qualcosa per salvare la poveretta, tramite una lettera inviata al sindaco Stefania Bonaldi e da quest’ultima postata sul proprio profilo Facebook, seguita da un messaggio carico di indignazione.
Quanto avvenuto è stato ripreso ieri da tutti i media nazionali, con inviati giunti sul posto per raccontare dei mancati soccorsi, sottolineando come i più filmavano con lo smartphone invece di darsi da fare. Il sindaco non ha voluto aggiungere altro al suo post di sabato.
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