L'ANALISI
31 Luglio 2020 - 07:48
Debora Stella e il marito Mauro Pamiro
CREMA (31 luglio 2020) - Un’indagine parallela? Potrebbe essere, perché la famiglia di Mauro Pamiro, il 44enne trovato morto in un cantiere edile la mattina di lunedì 29 giugno, ha incaricato l’avvocato milanese Gian Luigi Tizzoni, che lavorerà in tandem con Ilaria Dioli, di verificare se c’è la possibilità.
La famiglia del docente di informatica all’istituto Galilei non vuole lasciare nulla di intentato, dopo che il procuratore di Cremona Roberto Pellicano ha smontato pezzo per pezzo quello che era stato definito il «giallo dei Sabbioni», escludendo di fatto l’omicidio. Il capo dei pm di Cremona aveva precisato che «si è trattato di un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone. Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi nella vicenda e anche se le attività di ricostruzione non sono terminate, si avrà presto un quadro molto più chiaro che, in ogni caso, sarà oggetto di una attività giurisdizionale, essendovi una persona iscritta nel registro degli indagati che sarà verosimilmente oggetto di richiesta di archiviazione».
Anche l’autopsia eseguita sul corpo del «prof» ha chiarito i dubbi iniziali. A cominciare da quel buco in mezzo alla fronte: non il foro di un proiettile, ma un buco provocato da una pietra, da un sasso sporco di sangue, trovato vicino al corpo e ritenuto compatibile con quel foro. Come compatibili con una «precipitazione, sono le gravi lesioni riscontrare sul cadavere».
I genitori di Mauro Pamiro, tuttavia, manifestandolo pubblicamente in diverse occasioni, non hanno mai avuto dubbi, escludendo a priori la possibilità che il loro figlio si sia suicidato.
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