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LA TRAGEDIA A PIOMBINO

Parà trovato morto sotto un traliccio, abitava a Ripalta Cremasca

Aveva 31 anni. Emanuele Giuseppe Vetere era in forza al reparto incursori del Col Moschin di Livorno

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

17 Luglio 2020 - 14:39

Parà trovato morto sotto un traliccio, abitava a Ripalta Cremasca

Emanuele Giuseppe Vetere

RIPALTA CREMASCA (17 luglio 2020) - Un paracadutista di 31 anni, Emanuele Giuseppe Vetere, del reparto incursori del Col Moschin di Livorno, di Ripalta Cremasca - dove vive ancora il padre - è stato trovato morto sotto un traliccio a Piombino. Secondo prime ipotesi la morte potrebbe essere avvenuta dopo un lancio notturno fatto in attività sportiva privata ma non viene neppure esclusa la caduta accidentale. Il corpo è stato ritrovato da un commilitone verso le 2.30. Le indagini sono dei carabinieri. Secondo una ricostruzione il parà potrebbe essersi lanciato verso le 20.30 effettuando un 'base jumping'.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e personale del 118, che constatato il decesso con il medico, hanno messo la salma a disposizione della procura di Livorno. Le indagini, che stanno portando avanti gli stessi carabinieri, dovranno stabilire se l’incidente è avvenuto a causa del malfunzionamento del paracadute o se si è trattato di una caduta accidentale avvenuta mentre il paracadutista stava raggiungendo la sommità del traliccio per raggiungere il punto di lancio. Ogni ipotesi è al vaglio.

Il paracadutista, secondo quanto accertato finora, al momento dell’incidente si trovava da solo ed era solito effettuare attività sportiva di 'base jumping'. A dare l’allarme sono stati proprio i suoi colleghi che lo aspettavano a cena a Livorno, ma non vedendolo arrivare sono partiti per Piombino, dove sapevano che era andato, ritrovando prima la sua macchina posteggiata all’esterno dell’area recintata della ex centrale elettrica e quindi il corpo riverso a terra a una decina di metri dal traliccio.

Il corpo del paracadutista era vicino «ad un traliccio affidato ad un operatore telefonico e situato (in area di proprietà Enel) al di fuori del perimetro della centrale elettrica, non più in esercizio». Lo si apprende da fonti Enel che aggiungono che «l'area viene presidiata h24, per attività propedeutiche alla dismissione e alle demolizioni, ed è regolarmente delimitata». Inoltre «l'incidente è avvenuto a seguito di un accesso non autorizzato nel corso della notte, scavalcando la recinzione perimetrale». Enel, precisano le stesse fonti aziendali, si dice disponibile a collaborare con le autorità competenti e a fornire tutte le informazioni in proprio possesso.

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