L'ANALISI
16 Luglio 2020 - 07:48
CREMA (16 luglio 2020) - «Chiediamo alla procura di essere ascoltati come persone informate dei fatti nell’ambito delle indagini a livello provinciale sulle morti in casa di riposo, che coinvolgono anche la Fondazione Benefattori Cremaschi». Sono una ventina i parenti delle vittime che fanno parte del comitato «Verità e giustizia per gli ospiti della Rsa di via Zurla»: dopo settimane di dure prese di posizione per come è stata gestita l’emergenza Covid, ieri si sono presentati: «Sono mancati trasparenza e informazione da parte del cda della Fondazione – hanno accusato i portavoce Antonio Macrì e Piergiuseppe Bettenzoli –: inaccettabile, ad esempio, che alle mozioni approvate da tre consigli comunali di altrettanti paesi cremaschi (Vaiano, Torlino Vimercati e Pianengo, ndr) che chiedevano al presidente Bianca Baruelli un dettagliato rapporto sul numero dei morti nella rsa Lucchi e nell’istituto di cure intermedie di via Kennedy, non sia stata data risposta. Sono diritti sanciti dalla legge, anche se si tratta di una fondazione e indipendentemente dall’inchiesta in corso». Con loro, nell’incontro con la stampa convocato nel cortile del circolo Arci di Ombriano, Domenico Calzi, Ugo Persico, Federica Bertolotti e Daniela Della Noce. Secondo gli esponenti del comitato, che definiscono la loro iniziativa «apartitica e apolitica», la situazione interna alla Fondazione è stata dimenticata anche dalla politica cremasca.
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