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IL PULLMAN DI STUDENTI DIROTTATO

L’autista sapeva ciò che faceva: «Non sono pentito, lo ripeterei»

Domani riprende il processo a Sy, l’uomo che tenne in ostaggio 50 studenti, 2 professori e una bidella

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

05 Luglio 2020 - 07:39

L’autista sapeva ciò che faceva: «Non sono pentito, lo ripeterei»

MILANO (5 luglio 2020) - «Ho saputo di essere la quarta persona più famosa d’Italia da un sondaggio della Rai. Non sono pentito. Rifarei tutto, perché hanno fatto settimane a parlare di questa storia. Non chiederei pubblicamente scusa ai bambini, ma lo farei solo se avessi la possibilità di parlar loro privatamente. Da quando sono in isolamento in carcere ho visto il sole solo cinque volte». Sono alcune delle frasi contenute nelle 51 pagine della perizia psichiatrica, che ha sancito l’insussistenza di un vizio di mente e la capacità di intendere e di volere di Ousseynou Sy, il senegalese di 48 anni, ex autista di Autoguidovie che, il 20 marzo del 2019, dirottò il pullman, poi andato in fiamme, con a bordo 50 studenti della scuola media Vailati, due insegnanti e una bidella, tutti salvi per miracolo, tutti terrorizzati. Domani, davanti alla Corte d’assise di Milano si riaccenderanno i riflettori sull’uomo accusato di strage con l’aggravante della finalità terroristica, sequestro di persona, lesioni, incendio del pullman.

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