SOS ACQUA
29 Giugno 2020 - 12:27
CREMA (29 giugno 2020) - Arrestate in un paese del Cremasco una donna e la propria figlia minorenne colpevoli di estorsione a sfondo sessuale.
La donna che è impiegata in un ente del terzo settore e la figlia 17enne, amica della vittima 15enne, hanno ricevuto alcune confidenze circa la pubblicazione su chat di alcune sue foto osè. Nei giorni successivi, al fine di procurarsi un guadagno madre e figlia, hanno architettato una messinscena, riferendo alla ragazza di essere state contattate da malavitosi a conoscenza del contenuto a sfondo sessuale delle foto pubblicate in chat i quali chiedevano la consegna di 1.500 euro minacciando ritorsioni fisiche e di riferire il fatto ai genitori.
La vittima terrorizzata e temendo per la propria incolumità, ha sottratto ai genitori 500 e, il giorno seguente, li ha consegnati alle sue aguzzine. madre e figlia hanno però avanzato una seconda richiesta di denaro continuando a minacciare ipotetiche ritorsioni da parte di fantomatici delinquenti.
La giovane vittima anche in questa occasione è riuscita a impossessarsi di 1.000 euro della propria famiglia e li ha consegnati.
La 15enne ormai completamente in balia delle donne che la perseguitavano, ha ricevuto un’ennesima richiesta di denaro e proprio in seguito alle pressioni ricevute da madre e figlia, sentendosi ormai senza via d’uscita ha deciso di chiedere aiuto ai carabinieri, raggiungendo la stazione del paese e formalizzando - raccontando tra le lacrime quello che le era accaduto - l’atto di denuncia.
I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Crema, attivatisi immediatamente, hanno accompagnato la ragazza presso l’abitazione delle aguzzine per la consegna “controllata” del denaro e non appena avvenuta la cessione hanno fatto irruzione nella casa trovando il denaro (in precedenza contrassegnato) nelle mani della madre, e hanno posto sotto sequestro telefoni cellulari e altri apparecchi informatici.
Per le risultanze acquisite, in ordine alla responsabilità della donna e di sua figlia per il reato di estorsione in concorso tra loro e considerata la sussistenza della flagranza del reato, sono state dichiarate in stato di arresto e tradotte presso la Casa Circondariale di Brescia Verziano (la madre) e presso l’abitazione in regime di “permanenza in casa” (la figlia) come disposto dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni.
A seguito della convalida degli arresti per la madre è stata confermata la misura della custodia cautelare in carcere mentre la figlia minore è stata collocata in una comunità lombarda.
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