L'ANALISI
21 Giugno 2020 - 07:33
SPINO D'ADDA (20 giugno 2020) - Utilizzare chi percepisce il reddito di cittadinanza per quei lavori socialmente utili, di cui c’è un sempre maggiore bisogno: la raccolta dei rifiuti abbandonati, ad esempio, una vera piaga che da anni colpisce il territorio; ma anche l’applicazione dei decreti governativi legati alla pandemia. Ossia, dall’assicurare il distanziamento sociale nei parchi, alla sanificazione dei giochi. Lo chiedono i Comuni del Cremasco: costretti a provvedimenti di emergenza con esborsi notevoli (seppur avendo accesso a contributi statali e regionali), vedono inoltre ridurre il gettito fiscale delle imposte locali e il resto delle entrate. Basti pensare ai mancati incassi derivanti dall’inutilizzo degli impianti sportivi e di altri servizi.
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale di Spino, tramite il vicesindaco Enzo Galbiati, ha condiviso via mail con tutti i Comuni cremaschi una riflessione. «Tutti i Comuni sono in difficoltà non solo economica — spiega Galbiati — ma anche di gestione. In più dobbiamo far fronte a una serie di nuove restrizioni, contenute nel susseguirsi di decreti governativi per l’emergenza Covid 19, come il far rispettare le distanze sociali o la sanificazione delle aree gioco all’interno dei parchi. Come pensavamo tutti noi amministratori, si potrebbero utilizzare i Puc — Progetto utili collettivi — per gestire alcuni servizi». La legge prevede che queste persone siano individuate tra quelle che percepiscono reddito di cittadinanza (solo a Spino sono 19). Dovrebbero poi garantire ai Comuni dove risiedono alcune ore settimanali di servizio, sino a un massimo di otto.
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