L'ANALISI
11 Giugno 2020 - 20:07
La consegna dell’assegno coi fondi raccolti attraverso la vendita delle magliette
CREMA (11 giugno 2020) - I «burdel», vale a dire i ragazzi, c’erano tutti, stretti intorno al radiologo Maurizio Borghetti, ex assessore comunale allo Sport che, in un momento difficile come quello del Covid 19, ha tirato fuori dal cilindro un’iniziativa che, col passare delle settimane, è diventata contagiosa quanto il virus che ha combattuto come medico. Inventarsi una maglietta con la scritta «Dai burdel che ghe la fem», un’espressione dialettale romagnola, secondo le sue origini. «È partito tutto dalla pubblicazione di questa frase sul mio profilo Facebook. Il mio intento era quello di dare un po’ di speranza e di ottimismo, in un momento in cui la situazione era davvero difficile. In poco tempo è diventata virale. Pensavamo di venderne qualche decina e invece sono andate a ruba. Me le hanno chieste anche in altre parti d’Italia». I burdel si sono moltiplicati e alla fine sono stati raccolti 12.500 euro che ieri pomeriggio sono stati consegnati alla Fondazione Benefattori Cremaschi, rappresentata dalla presidente Bianca Baruelli e dal direttore generale Gianpaolo Foina, circondati da parte del personale della residenza per anziani. Alla cerimonia sono intervenuti anche gli sportivi che hanno contribuito a pubblicizzare l’iniziativa: gli ex calciatori Giacomo e Riccardo Ferri, l’ex ciclista Ivan Quaranta, il già campione italiano di pugilato Silvano Usini e la dirigente della Pallacanestro Crema Lorenza Branchi. Con quest’ultima, anche la figlia Carlotta Sacchelli, che ha disegnato il logo della maglietta, poi prodotta da Sporteam, rappresentato da Stefano Bianchessi.
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