L'ANALISI
28 Maggio 2020 - 08:32
Antonella Rutigliano
SPINO D’ADDA (28 maggio 2020) - Ciclista paralimpica, con diversi titoli all’attivo, e anche personal trainer in una palestra. Antonella Rutigliano, classe 1971, due gravi incidenti stradali e 32 interventi chirurgici alle spalle, con un braccio sinistro paralizzato come triste souvenir, sta pagando a caro prezzo l’emergenza sanitaria. La sventura di essere un collaboratore sportivo, si aggiunge alla condizione di disabile che, anche se pare assurdo, la penalizza ulteriormente dal punto di vista economico. «Collaboro - spiega Antonella - con varie palestre e studi. Purtroppo, però, causa pandemia, dal 24 febbraio sono a casa, senza nessun tipo di tutela e senza ammortizzatori sociali. Ci è stato promesso un bonus di 600 euro, che molti miei colleghi non hanno ancora ricevuto. Io, che sono anche disabile, sono stata prima derisa e poi discriminata».
Ed eccone i motivi: «Percependo un assegno mensile d’invalidità di 297 euro, non avevo diritto ad aiuti, fino all’ultimo decreto che ha specificato che l’invalidità civile non è considerata reddito. Ma il peggio è che mi hanno chiesto ironicamente come un invalido potesse essere un personal trainer».
Vista la situazione, Antonella ha deciso di scrivere al ministro dello sport Vincenzo Spadafora. «L’ho fatto per sensibilizzare l’opinione pubblica e denunciare la condizione dei collaboratori sportivi, che lavorano senza diritti e senza tutele, e per far risaltare il fatto che nel 2020 si discriminano ancora i disabili».
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