L'ANALISI
24 Aprile 2020 - 07:56
Il primario Viganò
CREMA (24 aprile 2020) - Da ospedale con un preventivato ruolo marginale per l’emergenza Coronavirus, il Maggiore si è trasformato in poche ore in uno dei presidi decisivi per consentire al sistema sanitario lombardo di non collassare, quasi travolto dallo tsunami Covid 19: «In mezza giornata tutte le nostre certezze sono crollate» ha ammesso l’altra sera il primario del pronto soccorso Giovanni Viganò. Insieme alla coordinatrice del servizio infermieristico dell’Azienda socio sanitaria territoriale Anna Maria Bona, è stato ospite della diretta youtube ‘RisorgereInsieme’, promossa dall’oratorio di Pandino e condotta da Renato Galvani volontario del San Luigi che fa parte del gruppo famiglie.
Il 21 febbraio, quando è arrivata la notizia del primo paziente trovato positivo all’ospedale di Codogno, la routine del nosocomio cittadino è stata stravolta. «Siamo arrivati ad avere all’interno del Maggiore sino a 300 pazienti Covid 19, con due aree destinate ai pazienti più compromessi. La terapia intensiva è salita da 6 a 15 posti letto e in pronto soccorso abbiamo raggiunto picchi di 70 pazienti con sospetto Coronavirus di cui 10 ventilati».
Fortunatamente, grazie al lavoro straordinario di tutto il personale medico, infermieristico e ausiliario e al successivo aiuto della Brigata cubana, l’ospedale ha retto l’urto.
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