L'ANALISI
21 Aprile 2020 - 06:58
SPINO D'ADDA (21 aprile 2020) - «Faremo presente agli organi regionali che, nel recente passato, proprio con fondi arrivati dall’amministrazione lombarda sistemammo tre fontanili del territorio spinese: sembra dunque assurdo che, oggi, non si possa trovare una soluzione per garantire alle risorgive una portata d’acqua che mantenga in vita flora e fauna, ittica e non solo». A denunciare il rischio di uno spreco di denaro pubblico, speso solo un paio d’anni fa, è il vicesindaco Enzo Galbiati. Ieri è tornato sull’allarme lanciato dagli agricoltori del Nord ovest del Cremasco per le risorgive in secca, i prati stabili e i terreni riarsi. Una siccità causata dalla scarsità di piogge di questo primo mese di primavera — quella di ieri è stata poco più di una boccata d’ossigeno che non può però bilanciare il deficit idrico accumulato nelle ultime settimane —: in crisi ci sono decine di agricoltori, soprattutto coloro che hanno le aziende nella fascia di territorio tra Pandino, Rivolta, Spino e Dovera. Gli imprenditori, supportati dalla Libera associazione agricoltori, hanno già chiesto a gran voce alla Regione e al consorzio Dunas (Dugali, Naviglio, Adda e Serio) misure urgenti per riportare l’acqua nelle risorgive.
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