L'ANALISI
15 Aprile 2020 - 08:04
CREMA (15 aprile 2020) - Basta un dato a rendere le dimensioni locali di un’epidemia, che nella provincia di Cremona mantiene il più alto rapporto lombardo tra numero di contagiati e popolazione residente, raggiungendo i 13 positivi ogni mille abitanti. L’indicatore, che riassume l’essenza di un dramma, è quello relativo alla mortalità registrata tra i pazienti all’ospedale Maggiore di Crema: quadruplicata, nell’ultimo mese e mezzo, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Ossia, passata da una cinquantina a 200 deceduti. A confermarlo è il direttore sanitario della struttura di largo Dossena, Roberto Sfogliarini, che tiene comunque a sottolineare anche il numero dei dimessi, vale a dire le guarigioni: 320 complessivamente, nel medesimo arco di tempo. E se si considera che l’ospedale cittadino, anche per la prossimità al primo focolaio di Codogno e quindi sulla scorta dei tanti pazienti dirottati a Crema dal vicino Lodigiano, è stato in prima linea nella guerra al Coronavirus , sin dagli albori del contagio in terra lombarda, va da sé che i numeri (complessivi) indichino in massima parte vittime e scampati al morbo arrivato dalla Cina. «La pressione sul Pronto soccorso si è ridotta — ammette lo stesso numero due del presidio sanitario, diretto dal manager Germano Pellegata — ma i pazienti affetti da Covid restano 190, 50 dei quali sottoposti a ventilazione e quindi in gravi condizioni. Oltre ai 16 ricoverati in terapia intensiva».
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