L'ANALISI
05 Aprile 2020 - 08:21
CREMA (5 aprile 2020) - Da un mese e mezzo in Nepal. Un viaggio a tutta avventura e trekking che però si è trasformato in un incubo per il pianenghese Elio Pavesi, 66 anni, quando le restrizioni per l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus hanno toccato l’Italia e i voli da e per il Paese. «Sono partito da Malpensa, prima che tutto iniziasse, il 17 febbraio. Il giorno dopo, sono atterrato a Kathmandu. Un viaggio da turista, per dedicarmi alla mia passione, il trekking in alta montagna e per salutare amici che abitano in Nepal. Mai avrei pensato di rimanere bloccato qui per così tanto tempo».
Il 9 marzo, mentre si trovava tra cime per le sue attività di trekking, Pavesi riceve una mail dal consolato, che annuncia la revoca dei voli dall’India all’Italia. Uno scalo fondamentale per il cremasco: se il suo volo di ritorno, previsto dopo pochi giorni, avesse garantito la tappa dal Nepal all’India, da lì a Milano non avrebbe più potuto volare. Informato, il 20 marzo, della possibilità di poter acquistare un altro biglietto per uno degli ultimi voli possibili (decisamente con prezzi lievitati, dai 400 dollari precedenti ai 1.200 dollari), Pavesi punta sul rapido rientro con la nuova soluzione, avendo tempo quindi di rientrare dalla località in cui sta facendo trekking a Kathmandu e da lì poter tornare sul volo del 26 marzo. Ma anche stavolta, ulteriori restrizioni vanno a bloccare i voli in uscita dal Nepal, per l’Italia. Il rimborso è praticamente un miraggio, così come la possibilità di rivedere presto la propria casa.
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