L'ANALISI
28 Marzo 2020 - 08:13
L'ospedale da campo allestito nel parcheggio del Maggiore a Crema
CREMA (28 marzo 2020) - «Si è resa necessaria una riorganizzazione», spiega Roberto Sfogliarini. E in quella che il direttore sanitario dell’ospedale Maggiore definisce «riorganizzazione» è ricompreso uno spazio per ciò, che con termine pietoso, viene definito «fine vita». Perché i decessi sono all’ordine del giorno nella battaglia condotta dal personale di largo Dossena contro il virus e per i pazienti che ormai sono allo stremo delle forze è stato previsto un nucleo apposito, dove attualmente sono ricoverate 18 persone. E qui, operano gli specialisti delle cure palliative. Vale a dire coloro che cercano di alleviare il dolore dei degenti che soffrono maggiormente, somministrando apposite terapie farmacologiche. «C’è grande attenzione a questo aspetto — conferma lo stesso Sfogliarini — lo consideriamo fondamentale». Anche perché dramma nel dramma, le vittime del Covid 19 muoiono senza poter avere accanto le persone care: può accedere un solo famigliare al giorno, per dieci minuti. E per i parenti, spesso in quarantena, non c’è neppure il conforto dei funerali, vietati per evitare assembramenti e quindi occasioni di diffusione del contagio. Ma accanto al settore, ricavato nella palazzina principale per ospitare le ultime ore di vita dei degenti ormai condannati dal Covid, è stato pure attrezzato uno spazio destinato a coloro che, invece, stanno uscendo dal tunnel. E sono in attesa di lasciare la struttura ospedaliera, per essere seguiti a domicilio.
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