L'ANALISI
EMERGENZA SANITARIA
23 Marzo 2020 - 07:47
CREMA (23 marzo 2020) - Girano con in tasca l'autorizzazione rilasciata dal Comune e dell’Ats. Perché il servizio quotidiano che svolgono è ritenuto uno stato di necessità. Per loro le limitazioni di uscita dalle proprie abitazioni dovute al Coronavirus non valgono. Perché i circa 300 gatti randagi presenti in città e nelle frazioni, nelle 56 colonie feline censite dal Comune, hanno bisogno di cibo e di acqua ogni giorno. «La nostra opera di volontariato - spiega la 59enne Ornella Deporti - non conosce giorni di festa e va svolta con sole, pioggia e neve. In città, siamo io e Mirella Calci, che di anni ne ha 78, ad occuparci dei gatti. Mirella ne ha tantissimi. Esce di casa verso le 19,30 e rientra di notte. Ci siamo divise le colonie del centro; per le frazioni ci sono altre gattare. Quando ci capita di non stare bene, nessuno va al nostro posto; di volontari non se ne trovano». Oltre a pagare il cibo di tasca propria (l'Ats paga infatti soltanto le cure mediche e le sterilizzazioni), in questo periodo le gattare sfidano anche il virus, pur adottando tutte le precauzioni possibili ovviamente. «Non ci sono alternative. Se noi restassimo a casa, decine di gatti morirebbero di fame».
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