L'ANALISI
17 Marzo 2020 - 07:54
CREMA (17 marzo 2020) - Oltre ai turni che si dilatano giorno dopo giorno, per poter garantire assistenza ai 200 ricoverati affetti dal Coronavirus e con «accessi al Pronto soccorso», per dirla come i professionisti dell’emergenza, che solo nella giornata di ieri hanno toccato quota 80, a serpeggiare tra gli stessi medici ed infermieri ora è anche il contagio. E ciò, nonostante tutte le misure di protezione adottate quotidianamente: dalle tute alle mascherine, costantemente indossate assieme ai guanti chirurgici. «Sono ottanta i dipendenti in malattia in questi giorni», conferma il direttore sanitario dell’ospedale Maggiore Roberto Sfogliarini, che dall’esordio dell’emergenza ha organizzato riunioni operative quotidiane, per far fronte all’aumento esponenziale dei cremaschi, ma non solo, con sintomi ormai riconoscibili a prima vista. «Ovvio che, per quanto riguarda i colleghi — aggiunge — non si tratta di soli positivi al Covid-19. Ma è inutile negare che c’è anche chi è stato infettato». Precisando, comunque, che «i casi più gravi restano quelli dell’infermiera e del rianimatore ricoverati in terapia intensiva nei giorni scorsi, sebbene — la precisazione — le notizie che abbiamo depongano per un miglioramento. Ridotte all’osso le altre attività per concentrarci sul fronte principale. Non presentatevi in Pronto soccorso solo per qualche linea di febbre».
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