L'ANALISI
13 Marzo 2020 - 07:06
CREMA (13 marzo 2020) - «Più di così non possiamo. Siamo al massimo. Non abbiamo più disponibilità». Nessun grido d’allarme, ma un’amara constatazione quella fatta da Germano Pellegata, direttore generale dell’Asst di Crema. Ospedale sotto pressione da fine febbraio ormai, ma che regge. Nonostante i numeri, impressionanti: 183 persone ricoverate nei reparti per Coronavirus, altre 33 nel pronto soccorso. Sessantun pazienti sono ventilati, ovvero non riescono a respirare autonomamente. Per rendere l’idea sono stati triplicati i serbatoi di ossigeno e gli impianti lavorano 13 volte in più del periodo normale. Eppure l’ospedale regge l’urto. Per quanto ancora non si sa. E non è un caso che lo stesso direttore generale abbia organizzato un piano che stravolge il normale assetto. Ne è stato interessato l’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda. Lo staff medico del reparto di pneumologia (uno dei fiori all’occhiello di quell’ospedale) è stato portata a Crema. Altri spostamenti di intere unità saranno effettuati a breve, «e da una decina di giorni ormai — spiega Pellegata - ci stanno proponendo posti letto in altri ospedali. Per ora sono stati dieci i pazienti trasferiti altrove. Per noi un aiuto essenziale».
Ospedale in emergenza e che purtroppo deve fare i conti anche e ancora con i tanti accessi al pronto soccorso, nonostante i tanti appelli lanciati. La media è ancora di circa 100 accessi, metà dei quali in codice verde, ovvero per nulla gravi. E ci sono pure codici bianchi, persone - detto brutalmente - che potrebbero benissimo stare a casa loro.
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