L'ANALISI
CREMA. STUPRO NEL CAPANNO
03 Febbraio 2020 - 07:41
L’ingresso all’area dismessa dove avvenne la violenza
CREMA (3 febbraio 2020) - Stupro di gruppo di una ventenne, sotto le volte dei capannoni dismessi alle porte del quartiere di Santa Maria: anche la Cassazione conferma. O meglio, gli ermellini romani, nelle scorse settimane, hanno rigettato il ricorso contro la sentenza d’appello che, il 30 aprile dello scorso anno, confermò le condanne emesse dal tribunale di Cremona nel cuore dell’estate 2018, ossia 11 mesi dopo l’agguato teso alla ragazza. Sei anni di reclusione a testa erano stati inflitti all’amico del cuore della giovane, il 39enne con residenza nella cintura cittadina Stefano (il solo nome di battesimo per non rendere identificabile la vittima), ma anche ai marocchini senza fissa dimora Mohamed (56enne) e Lahoussaine, 52enne. Perché stando alla ricostruzione, accreditata dalle sentenze, sarebbe stato l’uomo di cui la ragazza si fidava ciecamente a condurla nella fabbrica abbandonata, dove comparvero dal nulla i due stranieri e lei venne abusata. Stefano, per fiaccarne la capacità di reagire, in precedenza l’aveva fatta bere vino in abbondanza.
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