L'ANALISI
22 Gennaio 2020 - 10:41
CREMA (22 gennaio 2020) - Nel 2010 una giovane prostituta rumena era stata soccorsa dai Carabinieri del Nucleo Operativo e radiomobile della Compagnia di Crema dopo aver subito delle violenze. In sede di denuncia la ragazza chiariva i fatti: mentre si trovava lungo la Paullese veniva avvicinata da un cliente di circa 30 anni, di origine albanese, che con violenza la costringeva a salire a bordo dell’autovettura. L’uomo dopo aver parcheggiato in un luogo appartato alle porte di Pandino, dopo averla picchiata la costringeva ad un rapporto sessuale al termine del quale la rapinava dei suoi documenti d’identità, del telefono cellulare e della somma contante di 300 euro. La giovane romena, veniva trasportata presso l’Ospedale di Crema ove le veniva riscontrata “vasta contusione zigomo sinistro e varie ecchimosi al volto, agli arti superiori ed al tronco” e poi successivamente trasferita presso la clinica Mangiagalli di Milano. Sul posto all’epoca dei fatti intervenne anche personale specializzato che prelevò del materiale biologico al fine di estrarre il Dna dell’aggressore.
Il profilo 'genetico' acquisito e trasmesso alla banca dati è rimasto “ignoto” sino ad oggi, quando il personale del RIS di Parma comunicava che ulteriori esami con tecnologie innovative eseguiti sul Dna hanno permesso di trovare corrispondenza con il Dna appartenente ad un 41enne di origine albanese, residente in Provincia di Como, con precedenti di polizia, il quale veniva deferito alla Procura della repubblica di Cremona per sequestro di persona, violenza sessuale, rapina aggravata e lesioni personali.
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