L'ANALISI
17 Dicembre 2019 - 18:30
L’esterno del liceo artistico Munari
CREMA (17 dicembre 2019) - Sono toni forti quelli contenuti nella due lettere arrivate in redazione al quotidiano La Provincia di Crema firmate da alcuni studenti che ancora frequentano l’istituto Munari e da altri che quella scuola l’hanno lasciata da qualche anno. Accuse (si parla addirittura di «clima di intimidazione») mosse al dirigente scolastico Pierluigi Tadi, finito nella bufera anche politica e mediatica per aver sospeso (in accordo con il consiglio di classe) una studentessa che si era lamentata sui social per via del permesso negato di celebrare a scuola la Giornata contro la violenza sulle donne. Una decisione che il preside aveva attribuito alla mancata presentazione di un progetto nei tempi e nei modi stabiliti. Gli allievi avrebbero voluto leggere nelle classi alcune testimonianze di donne e avevano appeso nastrini rossi sulle porte delle aule. Il dirigente scolastico ha però negato il permesso e invitato gli studenti a rimuovere i nastrini.
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