CALCIO
25 Settembre 2019 - 08:33
L'artigiano Enrico Vola accanto al furgone con lo striscione appeso
CASALETTO VAPRIO (25 settembre 2019) - «Lo striscione che chiede giustizia sul caso di Giulio Regeni non può essere affisso alla facciata del palazzo comunale? Pazienza. L’ho appeso al mio furgone ed ogni giorno è ugualmente in bella vista nella piazza centrale del paese». Chi parla è Enrico Vola, sessantaseienne artigiano casalettese, attivo nel volontariato locale in passato, che visto il diniego del consiglio comunale all’affissione al municipio dello striscione recante la scritta «Verità per Giulio Regeni», il ricercatore morto in circostanze ancora non chiarite in Egitto per le conseguenze di un rapimento di cui è stato vittima alla fine di gennaio del 2016, ha pensato bene di fare da sé, appendendolo al proprio automezzo parcheggiato quotidianamente davanti alla sede dell’ente pubblico.
«Nel corso dell’ultima seduta consiliare – racconta Enrico - mio figlio Edoardo, che è l’assessore al sociale, ha presentato una mozione di adesione alla campagna di Amnesty International volta all’affissione sulla facciata del Comune dello striscione con scritto sopra Verità per Giulio Regeni. La mozione non è passata (4 si e 5 no). A votare contro sono state le anime, diciamo così, meno progressiste del consiglio comunale (dove siedono i componenti di una lista unica, a carattere civico, guidata dal sindaco Ilaria Dioli). Ero presente quella sera e a fine seduta ho detto a tutti che avrei preso un’iniziativa».
Così Edoardo Vola ha ordinato per conto del padre lo striscione, giallo e nero, targato Amnesty International, ed Enrico lo ha appeso al suo furgone.
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