CALCIO
12 Settembre 2019 - 08:25
Ousseynou Sy e il pullman a fuoco a San Donato
CREMA (12 settembre 2019) - Il terrore, per 51 studenti di due classi della scuola media Vailati, iniziò dopo l’ora di ginnastica, alle 11,10 del 20 marzo scorso: l’autista del bus, che li avrebbe dovuti riaccompagnare dalla palestra Serio all’istituto di piazza Moro, pigiò il tasto di chiusura delle porte e pronunciò un perentorio: «Da qua non esce vivo nessuno; basta morti nel Mediterraneo». Quell’uomo, Ousseynou Sy, 47 anni e all’epoca da 15 alle dipendenze delle autolinee Agi, un italosenegalese separato e con due figli grandi, da sei mesi si trova nel carcere di San Vittore. E per lui, mercoledì 18 alle 10,30, si aprirà il processo in Corte d’assise, a Milano, con le imputazioni di strage, sequestro di persona aggravato dalla finalità terroristica, incendio doloso, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Perché quel giorno, prese in ostaggio gli alunni delle seconde A e B per 40 interminabili minuti. Aveva con sé due taniche di benzina e costrinse la bidella Tiziana Magarini a rovesciarle tra i sedili. Voleva raggiungere l’aeroporto di Linate per un «gesto eclatante», ma i medici del penitenziario — assicura uno degli avvocati di parte civile, il legale cremasco Antonino Andronico che sin dalle battute iniziali rappresenta alcuni degli studenti — «durante la detenzione non hanno riscontrato tracce di patologie psichiatriche». Il pm antiterrorismo Alberto Nobili chiede che vengano sentiti circa cinquanta testimoni.
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