CALCIO
01 Agosto 2019 - 08:59
Una mensa scolastica in foto d'archivio
QUINTANO (31 luglio 2019) - La Cassazione dice no al pasto da casa nelle mense scolastiche. La sentenza della Suprema Corte che ha accolto il ricorso del Comune di Torino ribaltando una precedente sentenza favorevole ai genitori pro-pasto da casa non fermerà però le quattro famiglie quintanesi che nelle scorse settimane avevano presentato ricorso al Tar di Brescia contro due delibere con cui il consiglio d’istituto del comprensivo di Trescore ha detto no a questa tipologia di servizio-mensa presso la scuola elementare di Pieranica-Quintano.
Un no, quello del consiglio, motivato da diverse ragioni fra cui la mancanza di risorse per garantire la sorveglianza anche agli alunni che a partire da settembre pranzerebbero portando il pasto da casa, sotto l’egida dall’associazione «Il buon cibo» che ne è promotrice. Giorgio Vecchione, avvocato torinese che ha presentato il ricorso in nome delle quattro famiglie iscritte a Il buon cibo, non fa drammi. «La Cassazione – dice - non ha posto la fine al diritto delle famiglie degli alunni di preparare e portare in mensa il pasto da casa. Tutti hanno infatti dato una lettura molto superficiale della sentenza della Corte che fa una serie di considerazioni sulle quali io non sono d’accordo ma che non dice basta con il pasto da casa. Dice invece che va aperta una contrattazione fra famiglie richiedenti questa modalità di servizio-mensa e dirigenti scolastici. Se i dirigenti dicono no, allora si può ricorrere al giudice amministrativo».
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