L'ANALISI
27 Luglio 2019 - 07:37
Una mensa scolastica in foto d'archivio
QUINTANO (27 luglio 2019) - Sarà il Tar di Brescia a stabilire se gli alunni della scuola elementare di Pieranica-Quintano iscritti al servizio mensa alternativo dell’associazione «Il buon cibo» potranno o meno consumare il pasto portato da casa assieme ai loro compagni iscritti al servizio di mensa scolastica tradizionale, organizzato congiuntamente dai Comuni di Pieranica e di Quintano. Per il consiglio d’istituto del comprensivo di Trescore, cui il plesso quintano-pieranichese fa capo, non è possibile. Lo stabilisce una delibera, datata fine maggio, e lo ribadisce un’altra delibera, datata fine giugno, nella quale si dice che «qualora il Comune di Quintano dovesse accogliere le richieste dell’associazione Il buon cibo di unificare la refezione scolastica tra alunni frequentanti la mensa comunale e alunni aderenti al pasto da casa, il comprensivo non si farà carico della vigilanza degli allievi non aderenti al servizio mensa, in quanto non previsto dall’organizzazione oraria modulare a 30 ore settimanali attivata nelle scuole primarie dell’istituto, e richiederà rassicurazioni sui possibili rischi di contaminazione dei cibi che potrebbe arrecare danno agli allievi iscritti al servizio mensa comunale e posti sotto la responsabilità degli insegnanti e dell’istituzione scolastica stessa».
Da qui la decisione di quattro famiglie, in rappresentanza di tutte le altre iscritte al pasto da casa, di ricorrere al Tar appoggiandosi ad uno dei massimi esperti in materia, l’avvocato Giorgio Vecchione di Torino.
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