L'ANALISI
29 Maggio 2019 - 13:54
CITTA' DEL VATICANO (29 maggio 2019) - Nell’udienza generale in Piazza San Pietro, papa Francesco ha incontrato stamane circa 200 ragazzi della scuola media Vailati di Crema, tra cui quelli - erano in tutto 51, tutti dodicenni, di due classi dell’istituto scolastico - coinvolti il 20 marzo scorso nella drammatica vicenda del pullman sequestrato, dirottato e dato alle fiamme dall’autista 46enne Ousseynou Sy, di nazionalità italiana ma senegalese di origine. Al termine dell’udienza, sul sagrato della basilica vaticana, il Papa ha fatto anche una foto di gruppo con gli alunni della scuola Vailati. Come si ricorderà, a favorire le operazioni di salvataggio da parte dei Carabinieri e ad evitare che il sequestro del pullman si trasformasse in un’autentica tragedia, furono le telefonate di allarme di due studenti in ostaggio dell’autista a bordo del mezzo, Ramy Shehata e Adam El Hamami, figli entrambi di genitori immigrati, rispettivamente egiziani e marocchini. I ragazzi, accompagnati dai tre adulti che erano con loro sul bus e da alcuni insegnanti e genitori, hanno fortemente voluto l'incontro col Papa. Non esitano a parlare di «miracolo» e comunque - dicono i genitori all’Osservatore Romano - «è questa la sensazione che tutti abbiamo, considerando che tutti si sono salvati da una situazione terrificante». «Sì, molti di noi pensano che la salvezza dei ragazzi sia stata un 'miracolò», fa presente la dirigente scolastica, Maria Cristina Rabbaglio.
Dopo l’udienza dal Papa, i ragazzi sono stati salutati a Viale Trastevere dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, e dal comandante dei Carabinieri, il generale Giovanni Nistri. «Siete diventati ambasciatori di grandi valori, un esempio per i vostri coetanei. Se fossi il vostro papà mi sentirei orgoglioso», li ha accolti un commosso ed emozionato ministro. «Sono qui solo per dirvi grazie, siete degli eroi», ha detto Bussetti. E l’incontro è stato anche occasione di un doppio festeggiamento di compleanno, del ministro e di uno degli studenti. «Il carabiniere - ha detto Nistri - è una delle istituzioni più antiche dello Stato, non sta lì solo per fare la faccia burbera, ma per aiutare. Non siamo eroi, siamo persone normali che con mezzi normali a volte fanno cose straordinarie. Non ci riusciamo senza l’affetto e l’aiuto. Tutto è andato bene quella volta perché voi ci avete aiutato: chi ha telefonato, chi ha dato indicazioni, chi è uscito dal bus ordinatamente e senza paura. Crescete sapendo che lo Stato è qualcosa verso cui avere fiducia». All’indomani del sequestro, c'era stata da più parti la richiesta di cittadinanza per Adam e Ramy. «Non sono io che concedo la cittadinanza - ha commentato Bussetti -. Se avessi i poteri farei tante cose, non ho queste competenze».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris