L'ANALISI
06 Maggio 2019 - 08:08
CREMA (6 maggio 2019) - Sosteneva di «essersi solo difeso» Mamadou N. P., il 18enne finito in carcere nei giorni scorsi. Il giudice per le indagini preliminari non gli ha creduto e il giovane resta in cella con l’accusa di tentato omicidio: quello di un 47enne cremasco, ferito con un cacciavite nel novembre scorso. E non solo: la procura della Repubblica di Cremona ha chiuso nelle ultime ore l’inchiesta nei confronti del disoccupato di origine africana, residente con la famiglia in città. E all’orizzonte, per lui, si potrebbe anche profilare un giudizio immediato; ossia senza udienza preliminare. A spalancargli le porte del penitenziario di Ca’ del Ferro, dove si trova tuttora, era stata — tre settimane fa — l’ordinanza emessa dal giudice cremonese Elisa Mombelli. L’episodio contestato — come detto — risale all’autunno e ha avuto come teatro il Campo di Marte. Vale a dire il giardino pubblico dove il cremasco venne ferito, con un cacciavite conficcato a poca distanza dal cuore. L’uomo, senza un’occupazione stabile e frequentatore abituale del polmone verde a due passi dal centro, rimarrà a lungo in rianimazione. E per lui si renderà necessario un intervento chirurgico.
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