L'ANALISI
30 Aprile 2019 - 17:05
L'ingresso dell'ex Everest a Crema
CREMA (30 aprile 2019) - Quando alle nove è entrata nell’aula del Palagiustizia Zanardelli di Brescia, tremava e piangeva. Era preoccupata che i giudici del processo d’appello non le credessero. E potessero, così, ribaltare la sentenza di condanna a sei anni di reclusione e a 40 mila euro di risarcimento, inflitta nel primo processo nei confronti di chi, il 24 maggio del 2017, l’aveva violentata tra i capannoni dell’ex Everet, dopo averla fatta ubriacare. Temeva che suoi violentatori tornassero in libertà. Da quella stessa aula, a fine mattinata una ragazza di 20 anni è uscita felice, perché dopo venti minuti di camera di consiglio, la prima sezione penale presieduta da Enrico Fischetti, ha confermato la prima sentenza. Restano in carcere Lahoussaine e Mohamed, 53 e 50 anni, clandestini, arrestati due anni fa dalla polizia. E rimane agli arresti domiciliari Stefano, 37 anni, cremonese, l’amico del cuore della vittima che di amici non ne aveva e che a Stefano si era affezionata, perché sapeva ascoltarla.
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