L'ANALISI
20 Aprile 2019 - 15:20
CREMA (20 aprile 2019) - Fuga, ancora senza bottino, da Scrp (Società cremasca reti e patrimonio), nonostante i termini previsti per i rimborsi delle quote ai sindaci dissidenti siano già scaduti. E ora gli otto primi cittadini ricorro alla magistratura, per avere ciò che spetta loro da Scrp. «La scelta è maturata dopo mesi nei quali si è cercato di trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti», viene precisato in un comunicato ufficiale diffuso dal gruppo dei sindaci. «Vista l’impossibilità di un accordo», tutti davanti al giudice, precisano. In tutto, sono oltre 3 milioni e mezzo di euro complessivi, che le otto amministrazioni richiedono alla ormai ex partecipata di servizi ai Comuni. I sindaci che hanno esercitato il recesso a metà dello scorso anno e che ora sono alle barricate per ottenere i rimborsi sono: Antonio Grassi (Casale Vidolasco), Attilio Polla (Romanengo), Rosolino Bertoni (Palazzo Pignano), Nicola Marani (Salvirola), Angelo Barbati (Trescore Cremasco), Marco Arcari (Ticengo), Luca Cristiani (Casaletto di Sopra) e Gabriele Gallina (Soncino).
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