L'ANALISI
25 Marzo 2019 - 07:52
Ousseynou Sy e il pullman a fuoco a San Donato
«Andiamo a fare un giro... State buoni». Sarebbe inizia così l’ora e mezza di terrore vissuta da 51 studenti cremaschi. Un incubo del quale, l’autista sequestratore del loro bus «non si è minimamente pentito. Rimanendo indifferente rispetto ai rischi mortali, ai quali ha esposto una moltitudine di individui, che nulla avevano a che vedere con l’ideologia che lo ha spinto ad agire. Li ha adoperati come scudi». Così si esprime il giudice delle indagini preliminari di Milano Tommaso Perna, in un passaggio delle 24 pagine dell’ordinanza con la quale ha convalidato l’arresto, confermando il carcere per il 47enne Ousseynou Sy, l’autista italosenegalese che, mercoledì 20 marzo, ha dirottato il pullman con cui avrebbe dovuto riportare a scuola, dalla palestra Serio dove si era svolta l’ora di ginnastica, gli studenti delle seconde A e B della media Vailati. Ossia il mezzo affidatogli dalla società di autolinee per cui lavorava da 15 anni, l’Agi. L’uomo aveva con sé un coltello, secondo i testimoni una pistola (non ritrovata) e due taniche di benzina, riempite il giorno precedente al distributore Agip di Madignano, a meno di due chilometri dalla sua abitazione di via Cremona. Puntava all’aeroporto di Linate per «un’azione eclatante», sostenendo però di non aver voluto «far del male» agli studenti». Ma il gip non ha creduto alle «voci dei bambini migranti morti in mare» che l’uomo, attualmente detenuto in una cella del braccio di sicurezza del carcere di San Vittore, ha sostenuto l’avrebbero spinto al gesto.
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