L'ANALISI
03 Ottobre 2018 - 08:00
CREMA - Dai 30 originari sono ormai ridotti a cinque: il motivo? Sicuramente il passare degli anni e l’aumentare degli acciacchi che ha portato molti nonni vigile a lasciare l’incarico, ma pesan anche l’inciviltà di troppi genitori. Non di rado, infatti, i volontari che danno una mano agli agenti di polizia locale fuori dalle scuole cittadine, specialmente le elementari, vengono presi a male parole da qualche mamma o papà un po’ troppo nervosi. Lo conferma anche l’assessore al Welfare Michele Gennuso, impegnato in una campagna di reclutamento per cercare di rimpolpare l’esiguo numero di effettivi: «La mancanza di rispetto per gente che presta il proprio tempo gratuitamente – sottolinea l’esponente della giunta Bonaldi – è un fattore negativo che incide. Non per nulla diversi anziani mi dicono di non volersi impegnare in questo servizio proprio per il timore di finire nel mirino dei maleducati». La figura del nonno vigile era stata istituita nei primi anni 2000 a Crema, come in tante altre città della Regione. Il loro compito è sempre rimasto identico: affiancare, ma ovviamente non sostituire, la polizia locale nella sorveglianza delle entrate e uscite di alunni e studenti da scuola. Un compito di sorveglianza e segnalazione, oltre che di presidio, che si è sempre rivelato molto prezioso.
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