L'ANALISI
01 Ottobre 2018 - 07:49
«Pronti a diffidare. Prima di trasformare la Società cremasca reti e patrimonio in qualsiasi altra cosa, si restituiscano le somme dovute ai rispettivi soci (3,5 milioni). Oppure, si dichiari insolvenza, ma già sappiamo non sarà possibile farlo, dati i numeri dichiarati all’assemblea di approvazione del bilancio, che dà il quadro di un’azienda solida». Pronto alle barricate il sindaco di Casaletto di Sopra Luca Cristiani, tra gli otto primi cittadini che hanno esercitato il proprio diritto di recesso da Scrp. Con lui, le amministrazioni di Romanengo, Palazzo Pignano, Casale Vidolasco, Ticengo, Trescore Cremasco, Salvirola, Soncino.
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