L'ANALISI
CREMA & CREMASCO
26 Giugno 2018 - 09:36
CREMA - I finanzieri della Tenenza di Crema, coordinati dal sostituto procuratore Maurizio Ascione della Procura di Milano, hanno concluso le indagini nei confronti di 11 società cooperative risultate evasori totali - situate tra Milano, Brescia e Roma - e dei relativi rappresentanti legali, indagati in concorso con un commercialista con studio a Milano, per aver occultato al fisco ricavi non dichiarati per circa 65 milioni di euro e non aver versato ritenute Irpef per oltre 1 milione di euro. L’attività d’indagine trova la sua genesi nella preliminare analisi della situazione fiscale di alcune società cooperative con sede nel Cremasco; successivi approfondimenti effettuati nei confronti del commercialista milanese hanno consentito poi di scoprire un vero e proprio metodo evasivo.
In dettaglio, il meccanismo fraudolento, posto in essere dagli amministratori coadiuvati dal commercialista e portato alla luce dai finanzieri, consisteva nella sistematica omissione delle previste dichiarazioni fiscali in maniera tale da occultare i ricavi conseguiti da tutte le società cooperative coinvolte, a fronte di costi del personale che ne denotavano comunque una rilevante operatività confermata dalla presenza dei versamenti contributivi e previdenziali, aspetto necessario per poter conseguire il DURC e poter essere presenti e competitivi sul mercato. L’omessa dichiarazione e l’omesso versamento delle imposte garantisce infatti una maggiore competitività sul mercato rispetto ad altre aziende, dovuta alla possibilità di poter offrire manodopera a prezzi inferiori. Al riguardo, è poi emerso che alcune delle cooperative attenzionate, in concomitanza con la messa in liquidazione e la nomina del relativo liquidatore, generalmente ex dipendente straniero irreperibile, avevano successivamente trasferito la sede legale dal Cremasco e da Milano in altre località (Brescia e Roma) presso indirizzi di comodo. Il tutto con l’intento di far perdere le tracce in caso di eventuali controlli del fisco. Le indagini svolte hanno permesso di recuperare gran parte della documentazione e ricostruire i rapporti commerciali posti in essere. In ambito amministrativo, sono state successivamente effettuate 11 verifiche fiscali al termine delle quali è stata confermata l’ipotesi accusatoria.
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