L'ANALISI
14 Aprile 2018 - 08:03
Le vittime Maria Rosa Fortini e Carlo Novembrini; a destra l'omicida Maurizio Novembrini
SERGNANO/CARAVAGGIO - Non cercava il fratello Carlo, semplicemente Maurizio Novembrini se l’è trovato davanti in quella sala giochi, dove in mattinata era riuscito a vincere. E dov’era tornato alle 6 del pomeriggio, per ritentare la sorte, ma con una pistola con la matricola abrasa infilata nella cintura dei pantaloni. Non è dato sapere se il 44enne siciliano, trapiantato a Treviglio, quella semiautomatica se la portasse sempre dietro; ma di sicuro — hanno confermato i testimoni — il killer è sembrato sorpreso quando si è trovato davanti le vittime, oltre a Carlo la convivente Maria Rosa Fortini: «Cosa ci fate qua?». E sarebbe stato un incontro causale, pochi istanti capaci di riaccendere dissapori che covavano da anni, ad innescare l’omicidio della sala giochi. Più passano i giorni e maggiori particolari emergono sulla sequenza costata la vita al 51enne Carlo Novembrini e alla compagna 40enne, la coppia di Sergnano freddata alla Gold Cherry di Caravaggio mercoledì 4 aprile. A premere il grilletto cinque volte — tre colpi a segno, uno a vuoto e il quinto rimasto inceppato nel caricatore — è stato il più giovane dei Novembrini, 43 anni, che con il fratello condivideva i trascorsi al carcere duro, il cosiddetto 41 bis, dopo le inchieste sui clan siciliani che li avevano coinvolti poco più che ventenni. Ora Maurizio è richiuso nel penitenziario di Bergamo, custodendo gelosamente il vero movente del delitto.
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