L'ANALISI
18 Marzo 2018 - 08:13
CREMA - In teoria, da inizio marzo, il traffico ferroviario sulla tratta Cremona-Crema-Treviglio-Milano dovrebbe essere tornato alla normalità, dopo la fine dei lavori di rimozione delle carrozze e di sistemazione dei binari a Pioltello, dove, il 25 gennaio scorso, avvenne il deragliamento del diretto 10452 da Cremona per Milano, con la morte di tre passeggere.
Purtroppo, invece, come dimostrano i rilevamenti del comitato pendolari cremaschi, non è affatto così. Le statistiche sui ritardi riguardano i principali convogli in servizio sulla linea cremasca compresi i sette diretti (senza cambio a Treviglio) che collegano Crema con il capoluogo e viceversa. Dal rilevamento sono esclusi sabati, domeniche e festivi e il giorno del deragliamento.
Il periodo analizzato dai viaggiatori considera innanzitutto i primi 24 giorni del 2018, quando i 13 convogli presi in considerazione avevano accumulato oltre 650 minuti di deficit orari (dato rilevato a Crema). Dal disastro a fine febbraio (quando cioè Trenord e Rete ferroviaria italiana) la cifra è raddoppiata, colpa soprattutto dei ritardi dei convogli diretti di rientro da Milano, giocoforza rallentati al passaggio a Pioltello. Nelle prime due settimane di marzo, però, le cose non sono affatto tornate alla normalità. Il ritardo complessivo dei 13 convogli (sempre rilevato alla stazione di Crema) è infatti di oltre 800 minuti, mentre i giorni lavorativi, rispetto al mese di gennaio, sono stati sette in meno.
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