L'ANALISI
24 Febbraio 2018 - 08:12
CASALE VIDOLASCO - Se l’azienda Flamma di Isso, comune bergamasco ai confini con l’Alto Cremasco, non produce triclometano e tetracloroetilene, da dove provengono le due sostanze inquinanti rilevate nei controlli effettuati nei pozzi a Castel Gabbiano e a Camisano? E se la Flamma già nel 2014 aveva informato le autorità competenti della presenza di tetraclorometano nelle acque del sottosuolo, perché si è aspettato quattro anni per fare dei controlli? Sono questi gli interrogativi che sorgono nella vicenda dell’inquinamento della falda in territorio cremasco. E se Padania Acque è intervenuta per rassicurare sull'assoluta potabilità di quanto sgorga dai rubinetti, Antonio Grassi, sindaco di Casale-Vidolasco, comune del quale alcuni pozzi si trovano in posizione di valle idrogeologica rispetto al luogo dove si è verificato l’inquinamento principale, solleva qualche domanda.
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