L'ANALISI
03 Febbraio 2018 - 10:15
CREMA - Se Crema resta più che vulnerabile sul fronte dell’inquinamento da polveri sottili, con sforamenti sistematici del limite annuo di smog fissato dall’Unione europea; pare invece immune dagli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici. Ossia le conseguenze, ancora allo studio e sempre rapportate ad esposizioni prolungata, dovute alla presenza di impianti, quali le antenne per la telefonia. Ad attestarlo è uno specifico studio, commissionato dall’amministrazione comunale all’Agenzia regionale per l’ambiente. E si tratta della prima rilevazione di questo tipo condotta in città. I risultati sono stati resi noti venerdì 2 attestando valori d’intensità elettromagnetica per metro, in prossimità dei ripetitori, ampiamente al di sotto della soglia di attenzione (fissata in sei volt). Per verificarlo, i tecnici hanno ‘chiesto ospitalità’ nelle abitazioni a ridosso delle principali stazioni radio-base, vale a dire le cosiddette «antenne» destinate a diffondere i segnali della telefonia mobile; ma non solo. E specificatamente nelle vie Barelli, Rossignoli e Cresmiero.
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