L'ANALISI
26 Gennaio 2018 - 09:19
La circolazione è sospesa, sulla linea della morte. Chi doveva andare a Milano per lavoro, venerdì 26 gennaio, o è salito sui bus sostitutivi organizzati da Trenord o ha preso l'auto. O il furgone. Transito interrotto, lì dove giovedì 25 è deragliato il regionale Cremona-Crema-Milano Porta Garibaldi. E al lavoro, nel punto dello schianto, a Steggiano di Pioltello, lì dove la vecchia rotaia si è spezzata e dove era già pronto il binario nuovo per sostituirla, sono al lavoro i tecnici e arriveranno presto anche gli inquirenti. è serrata l'indagine tesa a chiarire la tragedia. Aperta per 'disastro ferroviario colposo, con l'ipotesi di reato per il momento ipotizzata a carico di ignoti, mira ovviamente a chiarire anche le eventuali responsabilità. Intanto, si piangono i morti: la 39enne impiegata di Capralba Alessandra Giuseppina Pirri, la 61enne milanese Ida Maddalena Milanesi e la 51enne di Vanzago Pierangela Tadini. E mentre ancora ci sono cinque feriti in condizioni gravi, emergono storie di grande solidarietà: sul treno dei pendolari, prima scosso e poi accartocciato, si sono dati tutti una mano. Si sono aiutati per sopravvivere. Italiani, stranieri, giovani e vecchi, uomini e donne. Hanno spaccato i finestrini per uscire dai vagoni devastati, si sono fatti coraggio. Tutti uniti. All'alba dello schianto.
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