L'ANALISI
23 Gennaio 2018 - 15:16
CREMA - Stava vendendo alcolici alle 3.30 del mattino quando una legge ne vieta la somministrazione dalle 3 alle 6. Il titolare di un bar kebab si è visto notificare una multa da 6.666 euro e se dovesse entro due anni commettere la medesima violazione, si vedrebbe sospendere la licenza.
Sulla base delle segnalazioni dei residenti e l’impegno preso con il comitato spontaneo dei cittadini che lamenta il chiasso notturno in piazza Garibaldi, il sindaco Stefania Bonaldi ha dato mandato al comando di polizia locale di verificare il fenomeno del disturbo della quiete pubblica in quella zona.
Sabato 21 gennaio quattro agenti sono intervenuti alle tre e trenta del mattino presso un bar kebab, controllando gli orari di apertura: il locale, unico aperto a quell’ora e con la chiusura prevista alle cinque del mattino, era frequentato da una ventina di persone e stava somministrando alcolici, violando la legge 160/07 che vieta vendita e somministrazione dalle 3 alle 6 del mattino. Il titolare ha riferito agli agenti, che hanno steso il verbale di ispezione, di non essere a conoscenza di questa norma.
“Il contesto è quello della piazza che ha problemi di disturbo della quiete pubblica - commenta il comandante della polizia locale, Giuliano Semeraro - il caso di questo bar kebab è emblematico e probabilmente determinante: era infatti l’unico esercizio aperto e all’interno c’era un gruppo di persone che consumavano alcolici; si ha ragione di ritenere che il disturbo sia dovuto a questo unico bar aperto in zona a quell’ora”.
“Abbiamo preso molto sul serio le segnalazioni pervenute dai cittadini e da qualche esercente rispetto agli schiamazzi e al disturbo notturno in Piazza Garibaldi -dichiara il sindaco Stefania Bonaldi - per questo anche la polizia locale (che pure non ha turni notturni) è stata sensibilizzata ad operare controlli in regime straordinario, come avvenuto lo scorso sabato notte. Posso dire che non solo i controlli proseguiranno, ma che stiamo studiando anche misure ordinatorie per 'imporre' un regime di maggiore rispetto per il luogo e la vicinanza delle abitazioni”.
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