L'ANALISI
06 Ottobre 2017 - 08:43
Il capannone di via Rossignoli, nel quartiere di Ombriano, al centro della vicenda
CREMA - «Nessuna disponibilità a varianti (leggasi cambi di destinazione d’uso, ndr), ma neppure ad avalli, formali o informali, ad un utilizzo non conforme alla vocazione urbanistica», aveva assicurato a fine settembre il sindaco Stefania Bonaldi. E sul capannone di via Rossignoli, per il quale la comunità islamica cremasca ha sondato la possibilità di una trasformazione in centro di preghiera, due settimane più tardi è il comandante della polizia locale, Giuliano Semeraro, a confermare: «È in corso un monitoraggio». Ossia, i vigili controllano discretamente i movimenti attorno allo stabile. Vale a dire, l’edificio «acquistato da una persona vicina alla comunità»: un particolare, quest’ultimo, emerso all’indomani del colloquio tra il rappresentante dei fedeli musulmani interessati alla variante urbanistica e lo stesso sindaco, Stefania Bonaldi. Nel frattempo, dalla lista Ombriano Viva arriva la richiesta di un’assemblea pubblica sulla vicenda; mentre il responsabile dei vigili ammette: «Se il luogo venisse effettivamente utilizzato come spazio di preghiera, ciò sarebbe in contrasto con la destinazione prevista». E l’assessore alla partita, ossia il titolare della Pianificazione territoriale Matteo Piloni, non ricorre certo agli eufemismi: «In quell’immobile sono consentite unicamente attività di tipo artigianale e commerciale. E l’amministrazione, come già dichiarato, non intende modificarne la destinazione». Contattato da La Provincia, il presidente del Centro islamico cremasco, Dhaouadi Bouzaiane, glissa garbatamente: «Nessuna dichiarazione...».
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