Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA

Amianto nell'area ex Everest, analisi entro il 30

Istanza dell'amministrazione comunale condivisa dall’Azienda di tutela della salute

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

26 Settembre 2017 - 08:35

Amianto nell'area ex Everest,  analisi entro il 30

Una veduta dei capannoni dell’area industriale dismessa della ex Everest, nel quartiere di Santa Maria della Croce

CREMA - «Già nel febbraio scorso, è stato aperto un confronto con la proprietà, che si è dimostrata disponibile. Abbiamo richiesto una suddivisione in sezioni dell’area ex Everest, in modo da individuare un indice di degrado e procedere con lo smaltimento nelle porzioni compromesse. Un’istanza, la nostra, condivisa dall’Azienda di tutela della salute, con la quale abbiamo avuto uno specifico incontro due mesi fa. La proprietà, a questo punto, dovrà presentare l’esito delle analisi richieste entro sabato 30». A portare la voce ufficiale dell’amministrazione comunale, nei dibattito sui capannoni dismessi nel cuore del quartiere di Santa Maria, è l’assessore alla Programmazione territoriale, leggasi Urbanistica, Matteo Piloni. Tutto ruota attorno ai 19.300 metri quadri di superficie coperta, nelle cui coperture sono presenti componenti in amianto, con tutte le preoccupazioni che ne conseguono. A sollecitare pubblicamente la demolizione della struttura, evidenziandone la «stato di degrado», nei giorni scorsi era stato l’ex consigliere comunale di maggioranza e residente del quartiere Sebastiano Guerini. «L’amministrazione — rimarca però Piloni — fin dal 2013 ha attivato la procedura per verificare l’indice di degrado del complesso ex industriale. E tutte le valutazioni prodotte in questi anni — tiene a puntualizzare — non hanno evidenziato la necessità di alcun intervento di bonifica, stante comunque l’obbligo alla verifica biennale».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • gianpaolo.filipponi44

    28 Settembre 2017 - 09:34

    Bisognerebbe chiederlo alla proprietà, poichè è in attesa che il procedimento e sopratutto il costo esageratamente alto per la bonifica, le facciano, le istituzioni. Vorrei ricordare la truffa legata a questa ex fabbrica everest e poi serio spa, da alcuni post proprietari, che ha lotti di vendita da 100 milioni di lire, hanno assegnato, ad alcuni artigiani, locali, finita non si sà come (in tribunale), ed ancora oggi non conclusa da sentenza. Vorrei far presente che in via Battaglio, (ex marmista), in via D'Albino, (molte case a più piani), ed anche in altri manufatti, sussistono ancora coperture in AMIANTO, potenzionalmente procuranti ASBETTOSI POLMONARE.

    Report

    Rispondi

  • a.andres.bernhard

    27 Settembre 2017 - 11:49

    Nell'area Everest di amianto ce n'è a tonnellate, e il degrado dei manufatti si può vedere a occhio nudo. Intorno ci sono aree residenziali, il Centro ANFASS, un prato utilizzato per feste pubbliche e luna-park, il viale Santa Maria, prediletto dai Cremaschi per passeggiate e jogging. Perché dobbiamo aspettare, per la bonifica, che il pericolo diventi manifesto e immediato?

    Report

    Rispondi

    • gianpaolo.filipponi44

      29 Settembre 2017 - 08:09

      E chi si prende gli oneri e le enormi spese per la bonifica ? Le istituzioni,oltre al danno economico, non possono intervenire, poichè trattasi di area privata. Dovrebbe la regione emanare, un decreto od una legge appropriata, dal momento che questa rogna, (dovuta all'errore del famoso art. 5 della costituzione) la deve risolvere lei. Purtroppo sono 25 anni che aspettiamo.una soluzione.

      Report

      Rispondi