L'ANALISI
16 Febbraio 2017 - 08:50
CREMA - Assicura che il centro culturale arabo, o piccola moschea che dir si voglia, «non troverà posto nel programma elettorale: non ritengo assolutamente sia una priorità per Crema e pur considerando la libertà di culto fondamentale, penso che lo Stato debba rimanere laico». E sul nodo dell’appoggio al sindaco uscente Stefania Bonaldi, qualora fosse la rappresentante del Pd a raggiungere l’eventuale turno di ballottaggio, taglia corto: «L’argomento non è stato ancora trattato. E comunque siamo noi a puntare al ballottaggio, escludendo lei dalla volata finale». Mimma Aiello, avvocato 46enne e figlia del già presidente dell’Ordine dei legali cremaschi, segna una netta linea di demarcazione rispetto all’amministrazione in scadenza a primavera, pur essendo la lista civica che la candida a sindaco «dichiaratamente di sinistra» e appoggiata da Rifondazione comunista, vale a dire uno dei partiti della maggioranza uscente (nonostante i tanti distinguo che hanno caratterizzato il quinquennio). La distanza rispetto all’esecutivo Bonaldi viene segnata a partire da uno dei temi, che maggiormente hanno diviso la città. Ossia l’ipotizzato ‘luogo di culto islamico’, da edificare a spese della comunità musulmana, previsto dall’amministrazione in carica su di un appezzamento comunale in fregio a via Milano (progetto poi naufragato per carenza di garanzie finanziarie da parte dei soli partecipanti al bando).
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